Picco più alto (in valore assoluto) registrato per l’accelerazione, calcolato generalmente per una delle componenti orizzontali (PGHA) e per la componente verticale (PGVA).
PGHA: è il più interessante ed utile perché
1. l’accelerazione orizzontale è strettamente legata alle forze dinamiche indotte sulle strutture da un sisma
2. è possibile correlare (solo però in modo indicativo) tale picco con l’intensità macrosismica, in modo da avere una stima del PGA anche per quei terremoti di cui non si dispongono registrazioni e ,nota la mappa delle isosisme, si può ricavare come varia il PGA con la distanza epicentrale
PGVA: è il meno interessante ed utile essendo generalmente le strutture più resistenti alle sollecitazioni dinamiche verticali per la forza di gravità che esercita un ruolo conservativo ai fini della stabilità e generalmente si assume: PGVA=2/3 PGHA
Generalmente i terremoti caratterizzati da elevati PGA sono stati i più distruttivi, anche se, qualora il picco sia di breve durata (corrispondente ad elevate frequenze) e il terremoto sia di breve durata, il danno è assai più limitato soprattutto su certe strutture. Tale parametro da solo non fornisce informazioni sulla durata del moto e sul contenuto in frequenza.
Fonte: Università di Firenze
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