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Giuseppe Zamberletti

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Giuseppe Zamberletti (Varese, 17 dicembre 1933 –  26 Gennaio 2019), è unanimemente riconosciuto come il padre fondatore della moderna Protezione Civile Italiana.

LA STORIA POLITICA

Esponente politico della Democrazia Cristiana, dopo aver militato, quale Consigliere Comunale di Varese, nell’associazione dei Giovani Amministratori Italiani, viene eletto parlamentare per la prima volta alla Camera dei deputati nella V^ legislatura, il 19 maggio 1968 per la Circoscrizione Como – Sondrio – Varese. Entra anche a far parte dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Viene rieletto deputato il 7 maggio 1972 nella VI legislatura, ed entra a far parte del Governo come Sottosegretario all’Interno nel IV e V Moro. Rieletto nel giugno del 1976 con il Governo ancora in carica, nella VII legislatura viene confermato sottosegretario all’interno nel III Governo Andreotti, con delega per la Pubblica sicurezza e per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e Protezione civile.
Nell’VIII^ legislatura che prende l’avvio nel 1979, Zamberletti, rieletto Deputato, comincia a ricoprire incarichi di grandissima rilevanza, che in pochi anni lo renderanno celebre.
Nel I e II Governo Cossiga, tra il 1979 e il 1980, ricopre l’incarico di Sottosegretario agli Affari esteri. Con il I^ Governo Spadolini è Ministro senza portafoglio del Consiglio dei Ministri dal 28 giugno 1981 al 23 agosto 1982. In questa carica, dal 3 luglio 1981, dopo la vicenda di Vermicino, su impulso del Presidente della Repubblica Pertini, Zamberletti assume l’importantissima funzione di “Alto Commissario presso il Ministero dell’Interno per la predisposizione degli strumenti amministrativi e normativi necessari ad attuare il coordinamento dei servizi concernenti la protezione civile”. In una parola: inventare la protezione civile italiana. In questa veste Zamberletti darà vita al Dipartimento della protezione Civile della Presidenza del Consiglio. Con il II^ Governo Spadolini, infine, Zamberletti diviene Ministro senza portafoglio del Consiglio dei Ministri dal 23 agosto 1982 al 1° dicembre 1982, con delega per il coordinamento della protezione civile. Nella IX legislatura, che va dal luglio 1983 al luglio 1987, si sviluppa enormemente l’opera di Zamberletti come ministro della protezione civile: infatti, nel I e II governo Craxi, dopo una breve parentesi come Segretario della Commissione Parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato dal 9 novembre 1983 al 26 marzo 1984, Zamberletti torna Ministro senza portafoglio con delega per il coordinamento della protezione civile a partire dal 26 marzo 1984 e fino al 17 aprile 1987, mentre nel successivo VI^ Governo Fanfani, a partire dal 17 aprile 1987 e fino al 28 luglio 1987, oltre al ruolo di Ministro senza portafoglio con delega per il coordinamento della protezione civile, è anche Ministro dei lavori Pubblici con “funzione di coordinamento della protezione civile”. L’esperienza dei primi anni di costruzione del servizio nazionale è punteggiata da episodi disastrosi come il bradisisma di Pozzuoli 1983, la frana di Tesero in Val di Stava (1985) e la frana in Valtellina (1987). Dopo la conclusione dell’esperienza da Ministro, Zamberletti entra a far parte della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, dell’Assemblea dell’Atlantico del Nord e della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi. Nel 1992 viene eletto al Senato, e fa parte della Commissione Difesa del Senato.
Sul piano della politica nazionale, Zamberletti non ha mai manifestato appartenenza al sistema delle correnti interne del partito della Democrazia Cristiana, e il suo peso politico è sempre derivato essenzialmente dalla fiducia che i Capi di Governo succedutisi riversavano sull’uomo, sulla sua competenza e sulla sua proverbiale efficienza, non disgiunta da fantasia organizzativa e da spirito di trascinamento sui collaboratori.

Protezione Civile

Nell’attività di capo della protezione civile italiana, Giuseppe Zamberletti ha saputo fare tesoro delle due esperienze di gestione dell’emergenza vissute da Commissario Straordinario del Governo: i due grandi terremoti del Friuli nel 1976 e della Campania e Basilicata nel 1980.
Zamberletti, incaricato dal Governo del coordinamento di soccorsi inizialmente mal gestiti e poco incisivi, da quelle esperienze commissariali – una volta nominato Ministro per il Coordinamento della Protezione civile – trasse lo spunto per incidere profondamente sul sistema di coordinamento delle strutture operative e delle risorse possedute dallo Stato.
A Zamberletti si devono così la nascita del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio, l’introduzione del concetto di previsione e prevenzione distinto dalle attività di soccorso, l’organizzazione del servizio nazionale in tutte le sue componenti, la valorizzazione degli enti locali e del volontariato ed anche l’avvio della riflessione legislativa sul settore che culminerà con l’approvazione della Legge organica della Protezione civile, la 24.2.192 n.225.
E’ in questa fase che si insediano la Commissione Nazionale Grandi Rischi e il Comitato Operativo (Emercom), nascono il COAU per l’assistenza al volo e il COEM per le emergenze in mare. Negli ultimi anni Zamberletti non ha smesso di seguire molto da vicino le vicende della protezione civile, e non ha mai fatto mancare la propria voce nel dibattito sullo sviluppo istituzionale e organizzativo del settore. E’ attualmente Presidente della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi.
E’ inoltre Presidente di ISPRO (Istituto per le ricerche e gli studi sulla protezione e la difesa civile).
Attualmente ricopre l’incarico di presidente del consiglio d’amministrazione della Società Stretto di Messina, attribuitogli il 27 maggio 2002 con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il 21 maggio 1996 gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce.
Il 3 novembre 1996 l’Università degli Studi di Udine gli ha conferito la laurea in Ingegneria civile Honoris Causa per la Difesa del suolo e la pianificazione territoriale.
Nel 1995 ha scritto un importante libro, La minaccia e la vendetta, un libro-inchiesta sui misteri della strage di Ustica.