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Gestione Idrica

 La gestione di reti di servizi idrici complessi risale al passato: nell’antichità greca e romana l’acqua veniva condotta in direzione delle città per distanze anche notevoli, superando colline e montagne con ponti e gallerie. I romani portarono l’arte dell’ingegneria idraulica a livelli mai visti prima di allora: ogni città dell’impero era dotata di acquedotti e centrali di smistamento, di terme e bagni pubblici, di fontane e mostre monumentali al termine degli acquedotti. In tutta Europa, per un periodo molto lungo, il trasporto in città delle acque potabili è stato gestito da enti – in genere divenuti municipali nel corso dell’Ottocento – che però avevano dei compiti ben definiti e che riguardavano solo la fornitura idrica. Con lo sviluppo delle moderne condizioni di vita, il compito delle aziende idriche si è complicato ed ampliato. Il problema non è più quello di portare in città l’acqua delle montagne o delle sorgenti. Diviene quello di avere una rete capillare di distribuzione (da quando è iniziata l’epoca dell’acqua in tutte le case), centrali di pompaggio sofisticate, di rifornire strutture complesse come fabbriche, scuole ed ospedali. La complessità di questo compito ha fatto diventare le aziende idriche dei veri e propri colossi industriali , con varie sezioni e branche al loro interno che si occupano di studio finalizzato alla ricerca delle fonti, dell’ingegneria necessaria a gallerie, dighe, serbatoi, dello scavo e posa in opera di tubature e della loro manutenzione. Un esercito di personale che rende possibile una situazione che a noi appare normale ma che vista dal di dentro avrebbe del miracoloso per un normale cittadino di un secolo fa. Gli ultimi decenni, infine, hanno portato all’attenzione dei programmatori una serie di nuovi problemi e scenari: l’acqua disponibile non appare più infinita, i problemi dell’ inquinamento delle falde e delle sorgenti crescono, la depurazione (in parte per problemi di inquinamento delle fonti ed in parte per la complessità o vecchiaia delle reti) è spesso necessaria, lo smaltimento delle acque reflue e la loro pulizia prima dello scarico definitivo è divenuta una necessità (oltre che un obbligo di legge). Per questo motivo, le aziende idriche hanno dovuto, abbastanza velocemente, cambiare nuovamente volto divenendo enti che si occupano dell’intero ciclo dell’acqua dal momento in cui essa entra nella tubatura di una captazione a quello in cui, dopo essere stata depurata alla fine della sua “vita urbana” viene gettata nuovamente in un fiume o nel mare.