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Rischio dighe

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Il nostro paese presenta una notevole quantità di barriere artificiali che l’uomo ha costruito per soddisfare il proprio fabbisogno idrico, per produrre energia o per controllare il flusso dei corsi d’acqua. Le dighe presentano però notevoli rischi proprio perché modificano il naturale decorso dei fiumi e dei torrenti, pertanto è necessario un attento studio dell’assetto geologico e delle caratteristiche della zona in cui queste sono presenti per prevenire eventi tragici come quello del  Vajont, occorso il 9 ottobre 1963. L’altro grave versante del rischio dighe riguarda il possibile collasso delle strutture di sbarramento, a causa di difetti costruttivi, di problemi legati all’esercizio, oppure ad atti intenzionali esterni. Un esempio italiano rimasto purtroppo tristemente famoso è quello del crollo della diga del Gleno, avvenuto in alta Val di Scalve nella bergamasca nel 1923. ipocentro

Registro Italiano Dighe

Estratto del decreto legislativo di istituzione:
Il Registro Italiano Dighe, di seguito denominato: “RID”, istituito ai sensi dell’articolo 91, comma 1, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e’ ente pubblico non economico, dotato di autonomia organizzativa, amministrativa, finanziaria, patrimoniale e contabile, con sede in Roma.