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Inquinamento delle acque

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Le cause dell’inquinamento delle acque dolci sono le stesse a cui si deve l’inquinamento delle acque marine. Inquinamento marino e inquinamento delle acque interne sono strettamente connessi e l’inquinamento delle acque costiere in particolare, dipende in larghissima misura dagli inquinanti trasportati in mare dai fiumi oltre che dagli scarichi a mare degli agglomerati urbani e delle industrie situate lungo la costa.

Gli effetti dell’inquinamento delle acque dolci sia pure in scala spaziale minore sono talvolta più netti di quelli che si osservano in mare, almeno nella maggior parte dei casi e tali da rendere laghi di piccole dimensioni e tratti del corso di fiumi trasformati in vere e proprie fogne.


Definizione di inquinamento

“L’inquinamento è una modificazione sfavorevole di un ambiente naturale dovuta completamente o parzialmente all’attività umana, con interventi diretti o indiretti, che alterano le caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua, i flussi di energia e la struttura e abbondanza delle associazioni dei viventi”.
(definizione del Comitato Ecologico Americano)

Fonti di inquinamento:

  • Fonti terrestri dirette: acque di rifiuto urbane, domestiche, industriali, acque di pioggia che hanno raccolto sul terreno materiali inquinanti, etc.
  • Fonti terrestri indiretti: sono rappresentate dai materiali inquinanti trasportati dai fiumi e che hanno subito una certa diluizione.
  • Fonti atmosferiche: per ricaduta di sostanze radioattive dovute ad attività terrestri (centrali termiche, nucleari)

Tipi di Inquinamento

L’inquinamento delle acque può essere naturale, domestico, agricolo, industriale :

  • L’inquinamento naturale è quello relativo a fenomeni non dipendenti dall’intervento dell’uomo.
  • L’inquinamento domestico ha origine dai liquami delle fogne urbane.
  • L’inquinamento agricolo dipende dall’uso di prodotti chimici in agricoltura (soprattutto di pesticidi).
  • L’inquinamento industriale è provocato dall’eliminazione nell’ambiente esterno delle acque residue di lavorazioni industriali.

Gli effetti dell’inquinamento delle acque sono relativi alle componenti che li determinano e si manifestano, prevalentemente, attraverso la presenza di sostanze tossiche, mancanza di ossigeno e variazioni della temperatura dell’acqua ricevente. Per effetto del metabolismo anaerobio che si verifica per la riduzione dell’ossigeno presente nell’acqua dovuta all’eccessivo inquinamento, le sostanze che normalmente si comportano come “donatori di ossigeno” (nitrati, solfati e fosfati) vengono ridotte dando luogo alla formazione di sostanze nocive e maleodoranti. Questo processo è tossico per microrganismi animali e vegetali delle acque e, in alcuni casi, si estende all’uomo.
Le sostanze chimiche più frequenti oggetto degli inquinamenti industriali sono: gli acidi e gli alcali, il cloro, l’ammoniaca, l’idrogeno solforato, i metalli pesanti.

Gli elementi inquinanti (oli, detergenti) possono, inoltre, compromettere il passaggio delle radiazioni solari nell’ambiente acquatico e, di conseguenza, interferiscono sui cicli vitali dei microrganismi vegetali e animali. In alcuni casi, lo scarico di impianti di raffreddamento industriale ad acqua, può compromettere l’equilibrio termico e le reazioni biochimiche termoregolate.

Gli inquinanti non degradabili, cioè le sostanze e i veleni che, come le lattine di alluminio, i sali di mercurio, le sostanze chimiche con radicali fenolici a lunga catena laterale, il DDT, non vengono degradati, o vengono degradati molto lentamente nell’ambiente — in altre parole, le sostanze per le quali non esistono processi di degradazione naturale che possano sostenere il ritmo con cui l’uomo le riversa nell’ecosistema. Questi inquinanti non degradabili non solo si accumulano, ma subiscono anche, durante il loro passaggio attraverso i cicli biogeochimici e le catene alimentari, il processo della “magnificazione biologica”. Inoltre essi si combinano spesso con composti presenti nell’ambiente, formando altre sostanze tossiche. L’unica forma di riduzione di questo tipo di inquinamento consiste nell’eliminazione o nell’estrazione degli inquinanti dall’ambiente, che è però piuttosto costosa.

Gli inquinanti biodegradabili, come i rifiuti domestici, possono essere rapidamente decomposti da processi naturali o con sistemi meccanici,come ad esempio gli impianti comunali, che aumentano la capacità della natura di decomporre e di riciclare le sostanze.

Gli inquinanti degradabili diventano pericolosi quando la quantità riversata nell’ambiente supera le possibilità di degradazione e di dispersione.
Gli inquinanti degradabili che forniscono energia (sostanze organiche), o nutrienti (fosfati, carbonati, ecc.) possono far aumentare la produttività, fornendo energia sussidiaria se vengono immessi in quantità moderata nell’ecosistema. Se la quantità è notevole, si raggiunge un valore critico, caratterizzato da violente oscillazioni, come nel caso delle fioriture algali. Oltre questo limite, si ha una condizione di stress, e il sistema viene “avvelenato”. La rapidità con cui una situazione non controllata può cambiare da buona a cattiva contribuisce alla difficoltà di accorgersi dell’inquinamento e di prendere le misure necessarie.