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Emergenza Campania

Il Problema dei rifiuti in Campania

La regione Campania conta attualmente circa 6 milioni di abitanti. La produzione annuale di rifiuti solidi urbani nella regione è di 2,4 milioni di tonnellate, pari a circa 6600 tonnellate al giorno. A questa quantità occorre aggiungere quelle dei rifiuti speciali, pari a 1 milione di tonnellate all’anno e dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione della regione, pari a 146000 tonnellate all’anno. Per quanto riguarda lo smaltimento, allo stato attuale esso è effettuato principalmente mediante l’interramento in discariche. Il territorio regionale è stato suddiviso in una serie di bacini che raggruppano più comuni appartenenti ad una stessa provincia o a provincie diverse e all’interno dei quali sono insediate le discariche.

La Raccolta

La raccolta dei rifiuti in Campania è effettuata attualmente per larga misura in modo indifferenziato: tutte le tipologie di rifiuti solidi urbani vengono raccolte insieme e avviate alle discariche. La raccolta differenziata invece è una delle iniziative strategiche per una soluzione alternativa e razionale del problema dei rifiuti solidi urbani in varie forme di smaltimento e di recupero. Lo sviluppo della raccolta differenziata pertanto risponde ad una duplice esigenza: facilitare da una parte il recupero dei materiali da reinserire nel ciclo produttivo come materie prime (le materie prime seconde) e dell’altra destinare minori quantitativi allo smaltimento. Il tema del recupero dei materiali diventa ancora più importante se si considera che tra i costituenti principali dei RSU vi sono carta e cartoni, plastica e vetro. Questi, insieme a metalli, materiali tessili e legno costituiscono più del 50% della composizione dei RSU. La parte restante è costituita da scarti di cibo, pannolini, rifiuti organici vari, polveri, residui di sigarette, ecc.

Lo Smaltimento

La discarica rappresenta il sistema di trattamento finale dei rifiuti più antico e concettualmente più semplice. Fino al 1984 quasi tutte le discariche in Italia erano di tipo “incontrollato” cioè costituite da cumuli di rifiuti abbandonati sul suolo o, nella migliore delle ipotesi, interrati progressivamente in profonde buche o in vecchie cave abbandonate. Con la normativa tecnica emanata nel 1984 la costruzione di una discarica è diventata un’operazione più complessa, dato che sono previsti tutta una serie di accorgimenti tecnici per la tutela ambientale (impermeabilizzazione del bacino di contenimento, captazione del percolato e del biogas, copertura giornaliera con terra, ecc.). Quindi l’adozione della discarica come sistema di trattamento finale dei rifiuti comporta oggi costi di impianto e di esercizio non più trascurabili o nulli, come era invece per le vecchie discariche incontrollate.Questi costi risultano essere comunque inferiori rispetto ad altri sistemi di trattamento finale, sebbene sia difficile prevedere per quante decine di anni dopo la chiusura della discarica sia necessario intervenire anche con non trascurabili investimenti, per il controllo “post-mortem” della discarica stessa e per il recupero ambientale. La discarica costituisce un anello indispensabile del sistema di trattamento finale dei rifiuti cioè, qualunque sia il sistema prescelto (combustione, compostaggio, riciclaggio o recupero), esiste sempre il “rifiuto da rifiuto” non più utilizzabile e quindi da mandare in discarica. Il rovescio della medaglia è che le discariche consumano territorio e che pertanto è indispensabile recapitarvi la minore quantità possibile di rifiuti. Inoltre è da considerare che i siti idonei sono in numero limitato e quindi vanno utilizzati con parsimonia per poter smaltire solo ciò che non è possibile smaltire diversamente. Infine è da ricordare che il biogas prodotto nelle discariche dalla degradazione anaerobica delle sostanze putrescibili presenti nei RSU è composto per circa il 60% da metano e per il restante 40% da anidride carbonica, che contribuiscono all’incremento dell’effetto serra. Oggi circa l’82% dei rifiuti viene smaltito in discarica (fonte I.R. Ambiente italia su dati Min. Ambiente 1995).