Un comunicato stampa è un testo, possibilmente di una pagina, uno strumento, utilizzato da aziende istituzioni, soggetti, per comunicare ai giornalisti informazioni specifiche. E’ la voce ufficiale che comunica tutte le informazioni utili per permettere a un redattore (o giornalista) di scrivere articoli sulla notizia/informazione che si vuole diffondere. Redigere un buon comunicato stampa non è facile. A parte il saper scrivere, requisito non sempre tenuto nella dovuta considerazione, esistono regole e linee guida da seguire. (un esempio di linee guida per la redazione di un comunicato stampa pubblicato sul sito mestierediscrivere.com)
Il problema si complica, quando vengono trattati argomenti “tecnici”, ossia tutti quegli argomenti che hanno un proprio linguaggio “tecnico/specialistico” (es. medicina, economia, giurisprudenza e, last but not least, scienze della terra); in tutti questi casi lo sforzo di chi scrive è di restituire, in linguaggio chiaro e comprensibile, un concetto o un evento. Ma non sempre è facile, soprattutto quando il linguaggio “tecnico/specialistico” non è patrimonio di conoscenza dei destinatari e anche di chi scrive. Ci sono anche molti casi in cui il linguaggio “tecnico/specialistico” non è immediatamente riconoscibile come tale, perché il termine utilizzato ha un significato anche nel linguaggio naturale (plain language).
Un esempio: “probabilità” è una parola usata comunemente e ha anche una sua funzione retorica in qualche discorso; pensiamo a quando diciamo “è probabile che vada al cinema”, in questa affermazione non c’è un calcolo della probabilità, ma c’è un uso retorico del termine probabilità per dire che quasi sicuramente si andrà al cinema. Ma in un contesto scientifico, “probabilità” è un termine che definisce l’utilizzo del concetto probabilistico e quindi del calcolo che un dato evento abbia una probabilità di manifestarsi.
In altri casi si utilizzano parole “tecnico/specialistiche” senza però rendere esplicito il significato. Un esempio specifico: sciame sismico. Sciame sismico è un termine che ha una capacità evocativa non indifferente; ai giornalisti è piaciuta molto e infatti l’abbiamo sentita più volte durante i recenti terremoti. Però il fatto che una sequenza sismica sia uno “sciame sismico” lo si può dire quando la sequenza è terminata, e non quando è in corso.
Comunicato Standard
Facciamo un esempio con un comunicato stampa di INGV, che riportiamo come screenshot (schermata); chiariamo che la scelta di questo esempio non vuole essere assolutamente una critica, bensì un modo per far comprendere come l’utilizzo di un linguaggio tecnico/specialistico possa in qualche modo non rendere esplicito il contenuto di un testo e in più possa generare una distanza (sapere delle élites) tra l’autore e il lettore, a scapito di una corretta comunicazione.
In generale il problema del linguaggio, e del contesto in cui questo linguaggio è utilizzato, incide sulla comprensione corretta del testo e quindi può determinare una migliore e peggiore consapevolezza della pericolosità, della vulnerabilità e quindi del rischio al quale siamo esposti. La pubblicazione di un Comunicato Stampa sul web, lo rende potenzialmente accessibile a tutti, mutando così la sua natura originaria: da testo per un target specifico, i media, a testo per un pubblico ampio; ne consegue che il comunicato potrebbe diventare uno strumento per veicolare conoscenza oltre che informazione.
L’idea del Wikisaurus è proprio di definire un approccio, non risolutivo ovviamente, che riesca a superare qualche frizione o ambiguità linguistica, spesso causa di errate interpretazioni e trasmissioni del significato.
Ecco come si presenterebbe lo stesso testo, una volta inserito nel wikisaurus e trattato secondo quanto viene suggerito nel web writing. A questo proposito, basta provare a fare una ricerca su google, configurando la gooogle search in lingua inglese, per trovare molti articoli su questo tema, tra gli altri segnaliamo questo sul plain language, pubblicato sul sito Howto.gov; il pragmatismo americano non è poi così peregrino)
Versione del Comunicato in NHW
Comunicato sull’origine delle emissioni di gas a Fiumicino
30/09/2013
Il 24 agosto scorso è avvenuta un’improvvisa eruzione di gas nell’area del delta del Tevere, in prossimità dell’aeroporto internazionale di Fiumicino. Nei giorni scorsi abbiamo sentito parlare, di geyser, di vulcani di fango o, addirittura, di un nuovo vulcano a Fiumicino. Questo tipo di emissioni, caratterizzate da una temperatura prossima ai 20°C e composte prevalentemente di anidride carbonica, sono in realtà delle mofete e sono riconducibili, per la loro composizione, ai gas geotermici rilasciati nelle aree vulcaniche circostanti (Colli Albani e Monti Sabatini).
La composizione ed il grande volume di gas emessi fanno pensare ad una origine molto profonda ( mantello ?) e non ricollegabile, come si sarebbe potuto pensare a seguito della localizzazione in un’area alluvionale, all’emissione di biogas superficiali.
Questo tipo di emissioni possono avvenire, in aree anche distanti dagli edifici vulcanici, grazie alla presenza di sistemi profondi di faglie e fratture che permettono ai gas di risalire fino alla superficie, e la rimozione dei terreni superficiali, a seguito di scavi o perforazioni, ne può favorire la fuoriuscita improvvisa.
L’eruzione avvenuta a Fiumicino solleva il problema della potenziale pericolosità di questi gas endogeni che si accumulano in maniera cospicua nei sedimenti del delta del Tevere, dove sono temporaneamente “sigillati” dagli orizzonti argillosi impermeabili. Operazioni di perforazione, interrompendo la copertura impermeabile e permettendo così al gas in pressione di raggiungere la superficie, possono innescare violente ed improvvise emissioni, come quella osservata. Perforazioni future e scavi nel delta del Tevere dovrebbero pertanto essere basate su una conoscenza precisa della distribuzione di gas endogeni nel substrato geologico.
Un team internazionale, composto da ricercatori italiani (“Sapienza”, Università di Roma,in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia “INGV”) e americani (Indiana University, presso Bloomington), sta effettuando studi di dettaglio sull’origine di queste manifestazioni gassose.
La Sapienza – INGV
ALCUNE NOTE DI COMUNICAZIONE
Nell’esempio che segue esempio, a parte i commenti (in verde), le parole evidenziate in giallo e quelle in rosso sono i link al glossario e al wiki, generati in modo automatico dal sistema, mentre i link in rosso, che portano a siti esterni, sono a cura del redattore. A nostro parere, questo approccio aumenta la comprensione del testo, mostrando anche la complessità della materia (termini tecnico-specialistici). Ad esempio, un giornalista, non specialista della materia, può così dedurre che alcuni termini non sono “intercambiabili” bensì devono essere lasciati inalterati o eventualmente spiegati.
Versione con notazioni
Comunicato sull’origine delle emissioni di gas a Fiumicino 30/09/2013
Il 24 agosto scorso è avvenuta un’improvvisa eruzione di gas nell’area del delta del Tevere, in prossimità dell’aeroporto internazionale di Fiumicino.
Nota: potrebbe essere utile aggiungere una mappa, anche una google map per identificare meglio l’area.
Nei giorni scorsi abbiamo sentito parlare (meglio esplicitare cosa significa “abbiamo sentito parlare”: chi ne ha parlato, quando, a quale proposito), di geyser, di vulcani di fango o, addirittura, di un nuovo vulcano a Fiumicino. Questo tipo di emissioni, caratterizzate da una temperatura prossima ai 20°C e composte prevalentemente di anidride carbonica, sono in realtà delle mofete e sono riconducibili, per la loro composizione, ai gas geotermici rilasciati nelle aree vulcaniche circostanti (Colli Albani e Monti Sabatini) .
La composizione ed il grande volume di gas emessi fanno pensare ad una origine molto profonda ( mantello ?) (il punto interrogativo cosa sta a significare? a quale dubbio si riferisce? forse sarebbe meglio esplicitarlo) e non ricollegabile, come si sarebbe potuto pensare a seguito della localizzazione in un’area alluvionale, all’emissione di biogas superficiali.
Questo tipo di emissioni possono avvenire, in aree anche distanti dagli edifici vulcanici, grazie alla presenza di sistemi profondi di faglie e fratture che permettono ai gas di risalire fino alla superficie, e la rimozione dei terreni superficiali, a seguito di scavi o perforazioni, ne può favorire la fuoriuscita improvvisa.
L’eruzione avvenuta a Fiumicino solleva il problema della potenziale pericolosità di questi gas endogeni che si accumulano in maniera cospicua nei sedimenti del delta del Tevere, dove sono temporaneamente “sigillati” dagli orizzonti argillosi impermeabili. Operazioni di perforazione, interrompendo la copertura impermeabile e permettendo così al gas in pressione di raggiungere la superficie, possono innescare violente ed improvvise emissioni, come quella osservata. Perforazioni future e scavi nel delta del Tevere dovrebbero pertanto essere basate su una conoscenza precisa della distribuzione di gas endogeni nel substrato geologico.
Un team internazionale, composto da ricercatori italiani (“Sapienza”, Università di Roma,in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia “INGV”) e americani (Indiana University, presso Bloomington), sta effettuando studi di dettaglio sull’origine di queste manifestazioni gassose. (Link Esterni: inserire link ai diversi istituti)
La Sapienza – INGV
Nota: consigliabile inserire contatto per eventuali richieste di approfondimento[/fusion_text][/fullwidth]