NHW Come

Le parole assumono significati diversi a seconda del contesto. Molte delle ambiguità che possono emergere se dominio di conoscenza al quale appartengono è ignoto o non è chiaro.

Capita di leggere articoli o di ascoltare discussioni in cui è evidente un certa approssimazione o peggio alcune ambiguità nell’utilizzo di parole legate ai pericoli naturali. Qualche esempio.

Rischio, Pericolo, disastro: spesso intesi come sinonimi, mentre non lo sono per nulla.
Previsione: da una tecnica con regole e metodi a un’espressione di infallibilità.
Bomba d’acqua: neologismo, probabilmente coniato ad uso dei giornalisti, molto utilizzato, ma non è un termine scientifico e nemmeno una traduzione di un termine inglese
Tsunami: erroneamente usato da qualche media al posto di mareggiata

I pericoli naturali sono una materia complessa che può essere spiegata solo considerando la molteplicità di relazioni tra concetti e significati. Per questo il progetto NHW si è posto l’obiettivo di individuare un approccio culturale per la divulgazione della conoscenza sui pericoli naturali; senza tralasciare però la complessità delle relazioni tra significati e concetti, cercando di renderla accessibile attraverso un approccio semantico. Natural Hazards Wikisaurus (NHW), contrazione di Wiki e Thesaurus, si propone di realizzare un set di strumenti terminologico per diffondere la conoscenza in tema di pericoli naturali. NHWikisaurus nasce dalla fusione dei due precedenti progetti: HyperiIspro – il primo wiki di protezione civile realizzato per volontà di Giuseppe Zamberletti, da ISPRO, Istituto di protezione e difesa civile –  e il thesaurus EARTH, realizzato dal CNR IIA.

EarTh Thesaurus

Nel 2002, il CNR-IIA-EKOLab inizia un progetto per l’aggiornamento di EARTh (Environmental Applications Reference Thesaurus): un thesaurus relativo alla terminologia del dominio ambientale, strutturato secondo faccette e temi, in cui le relazioni semantiche sono articolate ed esplicitate dal punto di vista logico. EARTh, rispetta le norme ISO, contiene circa 15.000 termini in inglese ed italiano, è provvisto di relazioni gerarchiche (BT-NT), associative (RT) e di equivalenza (USE, UF); classificato secondo un sistema a matrice che prevede l’assegnazione di uno o più temi specifici ai singoli termini, che vengono così riaggregati in sotto-domini.

Hyperispro

Nel 2008, Elena Rapisardi e Lorenzo Alessandrini, realizzarono il primo e unico wiki di protezione civile. Strumento per organizzare e promuovere la la conoscenza dell’Istituto ISPRO, fondato da Giuseppe Zamberletti, il padre della Protezione Civile Italiana. Fu scelto un wiki per condividere con un pubblico più ampio, utilizzando un approccio di Wikipedia un po’ modificato, poiché la materia trattata, e l’autorevolezza dell’istituto, non permettevano spazi di improvvisazione e di incompetenza. Per questo i contributor erano utenti la cui competenza era verificata all’atto della richiesta dell’iscrizione dal comitato scientifico dell’istituto.Purtroppo HyperIspro non è più online, ma grazie ad un accordo NatRisk e Ispro, nella persona di Zamberletti, i contenuti del wiki Ispro sono confluiti nel wiki di NHWikisaurus.

WEB 2.0 e Natural Hazards

il web come piattaforma e la resilienza ai pericoli naturali

Nel 2010 con il terremoto di Haiti il web 2.0 entra ufficialmente come strumento utilizzato nelle operazioni di soccorso ed il “discorso” web 2.0, successivamente social media, viene posto al centro di un dibattito complesso che va dall’information preparedness al crowdsourcing per i disastri. Il web rappresenta uno strumento per organizzare, condividere e propagare contenuti, i social media e il crowdsourcing, fanno entrare i cittadini come produttori/consumatori di informazione nell’emergenza. Nascono le Volunteer Technical Communities e molte iniziative si creano intorno a strumenti web per coinvolgere gli utenti/prosumer/cittadini.
Ma il web produce anche l’effetto di aumentare la domanda di informazione e nella babele del web cercare e trovare informazioni non è un’operazione esente da rischi: cosa devo cercare? cosa trovo? quanto è attendibile ciò che trovo?
Parlando di emergenza questo rappresenta un po’ un rischio: affidarsi ad una spiegazione sbagliata su cosa fare in caso di rischio, o su cosa sia un rischio e come insiste sul territorio in cui vivo, può generare effetti a ricaduta dannosi e peggiorativi della situazione di disastro.

MA NON C'E' WIKIPEDIA?

Ripensando ai modi di organizzazione e di gestione dell’informazione e del sapere tecnico scientifico in tema di pericoli, rischi e emergenza: Gestione Collaborativa dei Dati Geologici per la Disaster Resilience. Fornire uno schema interpretativo per organizzare (dati) e permetterci di trovare informazioni e conoscenza. E’ qui che storie personali, conoscenze e approcci delle persone, che hanno collaborato alla realizzazione di NHW, si sono incontrati. Il sito NHW rientra nel progetto di ricerca «Gestione collaborativa dei “dati” geologici  per la Disaster Resilience», realizzato nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra XXVII° ciclo, Scuola di Dottorato in Scienze della Natura e Tecnologie Innovative dell’Università di Torino. NHW rappresenta per gli ideatori e gli autori del progetto, un primo passo verso un modello di organizzazione della conoscenza in questa materia, senza avere la pretesa di essere esaustivo o omnicomprensivo.

COMUNICARE LE GEOSCIENZE.

Qualcuno potrà chiedersi: “Perché un wiki quando c’è Wikipedia?”

Perché le voci di wikipedia, anche quelle italiane, hanno un carattere amatoriale e non sempre sono scritte da persone esperte nella materia; la possibilità che ognuno possa aggiungere e integrare le voci non sempre è garanzia di qualità del testo, nonostante esistano controlli da parte della community.

Alcune policy di Wikipedia non permettono di elaborare le voci in base a diverse esigenze; un esempio: il dover parafrasare invece di citare testualmente in alcuni casi, soprattutto quando la specificità del contenuto non lo permette, è un grosso limite.

Pensiamo anche all’immenso lavoro di controllo delle singole integrazioni, che potrebbe essere non sostenibile nel lungo periodo. Collaborazioni da parte di esperti accreditati è una soluzione per poter gestire un progetto come NHW.

Un altro punto è l’anonimato degli autori. Sappiamo che esiste un approccio che vede nell’autore “collettivo” un grande principio di innovazione e di libertà, ma pensiamo che “firmare” un testo dia maggiore credibilità al contenuto.

La collaborazione è sicuramente una sfida e con ogni probabilità è questo il punto più difficile da realizzare non solo nell’ambito del progetto, ma anche nell’ecosistema web in continuo movimento.

Speriamo solo di essere smentiti dai fatti.