Lo strano caso del “cratere sismico”

Il neologismo “risponde alla necessità di esprimere concetti nuovi, di denominare o qualificare nuove cose e istituzioni, ma può essere anche opera di singoli individui. Costituisce neologismo anche l’aggiunta di un significato nuovo a parola già esistente; si parla allora di n. semantico, per distinzione dagli altri, che sono detti n. lessicali (e talora, quando l’innovazione consiste in sintagmi più o meno complessi anziché in parole singole, n. sintattici).” http://www.treccani.it/vocabolario/neologismo/

Ma ci sono casi in cui l’esercizio del neologismo nasce forse per dare un’enfasi drammatica a qualcosa che ha un sapore troppo sciapo per i palati voraci dei lettori, oppure per dare un connotato tecnico a qualcosa che è invece assolutamente comprensibile anche , oppure per semplice ignoranza.

Un caso concreto: “cratere sismico”

Ipotizziamo di non conoscere il significato di “cratere sismico”.  Cosa possiamo dire? Innanzitutto che è  composto da due parole di cui è noto il significato, “cratere” e “sismico”. Cratere rimanda a un impatto o a un vulcano, mentre sismico al terremoto; in questo caso è la parola “sismico” che qualifica l’origine del cratere. Già questa semplice riflessione sul significato delle due parole ci crea qualche dubbio. Ma i crateri non hanno a che fare con i vulcani o i meteoriti? Ne deduciamo che anche i terremoti creino dei crateri. Ma sarà poi vero?

Ammettiamo però di essere curiosi e voler capire meglio il significato, attitudine non generalizzabile senza le dovute cautele, e se siamo dei navigatori del web la prima cosa che faremo sarà cercare su Google.

Il primo risultato della ricerca ci rimanda al sito Treccani dove scopriamo che “cratere sismico” è un neologismo. Vengono citati due articoli come esempi del neologismo: uno del corriere del 2004 e un altro del 2012.
Dagli altri risultati della ricerca su Google scopriamo che il termine è usato in altri articoli della stampa locale e nazionale e in qualche sito istituzionale anche se “virgolettato”. Quindi ne deduciamo che “cratere sismico” si usa e si può usare per indicare “Area interessata da un sisma, con particolare riferimento ai danni subiti da persone e cose.” (sempre Treccani http://www.treccani.it/vocabolario/cratere-sismico_(Neologismi)/.

Certo “area interessata da un sisma” è meno evocativo, un po’ scialbo del ben più roboante “cratere sismico”, dal retrogusto un po’ scientifico. Ma perché scomodare crateri e meteoriti per indicare una semplice delimitazione geometrica? La domanda senza risposta chiuderebbe la questione e la cosa finirebbe qui per la maggior parte degli utenti del web. Ma  per chi si occupa di pericoli naturali e rischi rappresenta un’occasione ghiotta per fare qualche riflessione sulla pop-scienza, in altre parole sui percorsi, a volte impervi, che fanno le parole della scienza quando si parla di scienza.

Innanzitutto chiariamo subito che il termine “cratere sismico” non esiste, o meglio non esiste come termine delle scienze della terra. Ad esempio non viene mai usato nei lavori di ricerca dell’INGV.

Proviamo, sempre per curiosità, a cercare su google il termine “seismic crater”, traducendo letteralmente dall’italiano; il risultato della ricerca sarà quello di restituire delle informazioni provenienti da siti italiani o da autori italiani, che parlano degli eventi di Campobasso e dell’Aquila. L’unica eccezione, apparentemente non di origine italiana, è quella di un sito, ben poco autorevole, di domande e risposte su i più vari argomenti, dove la definizione in inglese di seismic crater è stata inserita all’agosto 2013. Per il resto si trovano unicamente riferimenti  a crateri, vulcanici o meteoritici (crater per l’appunto) su cui sono state eseguite delle ricerche geologiche mediante dei metodi che prevedono l’utilizzo delle onde sismiche (seismc methods).

Sempre che non si considerino  alcuni siti di fan di un noto cartone animato dove si parla di “”Seismic Crater Fist” e altri relativi a delle punk band della Nuova Zelanda. In nessun caso in siti esteri scientifici appare utilizzato questo termine nella accezione con cui viene utilizzato in Italia, al massimo i termini seismic and crater sono accostati nella frase “seismic crater erasure” che si riferisce alla cancellazione dovuta all’attività sismica di piccoli crateri di impatto causati da asteroidi.

Riferimenti

 

Web Detection

Andiamo per gradi e continuiamo con la web detection, avvalendoci delle fonti e degli strumenti in rete, a disposizione di tutti per definizione.

Google Trend, che permette di conoscere le frequenze di ricerca per parola chiave, evidenzia che il termine “cratere sismico” ha una frequenza di ricerca rilevante intorno al 2009, presumibilmente in corrispondenza del sisma in Abruzzo, e successivamente un’impennata nel 2012 all’indomani del sisma in Emilia-Romagna.

Confrontando “cratere sismico” con rischio sismico, noteremo un andamento diverso con dei picchi ma continuo dal 2004 (anno T0 per Google Trend). La prima considerazione è che in quanto neologismo, termine nuovo, “cratere sismico” è comparso ad un certo punto nel lessico legato ai terremoti e che è stato maggiormente usato dalla stampa e da amministratori locali.

La nascita di una parola segue percorsi non lineari, ma in generale possiamo supporre che  se un termine nuovo viene propagato attraverso canali di comunicazione di massa, la sua ascesa sarà rapida e pervasiva e il favore del pubblico assicurato.

Sta di fatto che qualsiasi sia la genesi di un neologismo non sempre è dettata dalla necessità.

La domanda

Può un semplice neologismo determinare un cortocircuito semantico che stravolge il reale significato e apre le porte a interpretazioni fuorvianti? Data la velocità di propagazione di un’informazione attraverso il web e l’effetto “telefono senza fili”, che pare deformare alcune informazioni, vuoi per pigrizia di approfondimento, vuoi per interpretazioni fuorvianti, ci troviamo di fronte a un pericolo potenziale della comunicazione e quindi ad un rischio d’informazione?

Che necessità c’era di creare un nuovo termine per definire l’area colpita dal terremoto?

Sappiamo quanto l’informazione sulle scienze della terra sia delicata e quanto sia importante comprendere le dinamiche geologiche e geomorfologiche affinché noi cittadini si possa affrontare in modo consapevole i problemi legati alla vulnerabilità del nostro territorio.

Il coro sul cittadino attivo e resiliente, sul coinvolgimento proattivo, sulla cultura di protezione civile è un basso continuo. Ma come cittadino come faccio a districarmi tra le informazioni se queste informazioni innescano relazioni di significato improprie. Pensare al terremoto e associarlo al cratere non può ingenerare ipotesi fuorvianti? La mente fa collegamenti quasi automatici e l’inferenza logica indotta da “cratere sismico” mi porta a “vulcano”, innescando in modo subliminale l’idea di qualcosa di nascosto e misterioso che ribolle ci minaccia sotto i nostri piedi; per concludere infine che non sono più al sicuro perché non so dove sia la verità.

Certo qualcuno potrà dire che è un collegamento assurdo, ma proprio perché assurdo se qualcuno lo ha fatto significa che la confusione serpeggia anche tra gli utenti web. E’ vero, non basta un commento su facebook ad un articolo sull’origine vulcanica dei colli euganei – “E io che sono venuta da Napoli lontano dal Vesuvio pensando di stare al sicuro!”-, per avere un’evidenza sociologica, ma è un indizio. E ancora: è sufficiente affidarsi alla capacità di autoregolamentazione della “rete”, o altrimenti detta “popolo del web”? Capacità che dovrebbe essere verificata e analizzata e non supposta per confronto con quanto accade in altri contesti nazionali.

Lo strano caso del cratere sismico è quindi un paradosso abbastanza : invento un termine per descrivere qualcosa che è già comprensibile “area colpita dal sisma”, un termine nuovo di cui pochi ne sentivano il bisogno e la cui novità sta nel mandare un messaggio sbagliato, perché un cratere non è causato da un sisma; lo uso perché lo usano anche gli altri e in fondo lo trovo più accattivante dell’originale, fa più effetto, è più spettacolare.

E’ allora un problema di alfabetizzazione? Quale alfabetizzazione? alle scienze della terra e alla conoscenza? Qual è la difficoltà nel far comprendere i fenomeni naturali? Qual è la difficoltà di usare il web per comunicarli?

Ha senso sostenere l’utilizzo di un termine non corretto per amore di drammatizzazione? E questa creatività linguistica in che misura può generare ambiguità semantiche indotte e fuorvianti?

Sarebbe interessante riuscire a dare delle risposte circostanziate a queste domande. Per ora possiamo solo dire che la dimensione temporale dei processi geologici si scontra con la dimensione contemporanea pervasa dall’attualismo, dove l’invenzione linguistica “sulla notizia” corre il rischio di creare ambiguità e fraintendimenti semantici.


 

LINKS

http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/lessico/lessico_299.html

http://www.google.com/trends/explore#q=cratere%20sismico&geo=IT&cmpt=q

http://www.treccani.it/vocabolario/cratere-sismico_(Neologismi)/#

2 Responses

  1. Ciao. Complimenti per l’articolo.
    Mi sono imbattuto in voi proprio cercando il significato di questa strana espressione “cratere sismico” che ho sentito citare più volte pochi giorni fa in parlamento in occasione del 7° anniversario del terremoto dell’Aquila. Mi sono domandato: forse il terremoto ha aperto un cratere? Forse l’Aquila è sorta su un cratere vulcanico?
    Già la scienza fa la sua fatica ad essere usata nel senso comune, se ci mettiamo pure il linguaggio fuorviante, il contatto medio delle persone con la realtà rischia di uscirne seriamente indebolito….
    Buon lavoro. Edoardo

    1. Grazie Edoardo.
      Hai perfettamente ragione.
      Pensiamo che un linguaggio preciso e corretto, ma soprattutto “spiegato”, forse potrebbe migliorare le nostre opinioni su temi complessi e magari, come dici tu, migliorare il contatto con la realtà rendendolo più “reale”.

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